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Bilancio del Centro di Medicina dello Sport: 400 pazienti valutati, 171 sono seguiti nel programma “Il secondo tempo di Julian Ross”

(n. 65/2025) Riccardo ha 14 anni. Stava giocando in giardino, rincorrendo la sorellina sotto lo sguardo felice dei genitori. Poi, all’improvviso, il crollo. Il corpo immobile a terra. Il terrore negli occhi dei genitori. Passano secondi interminabili. Poi, un sussulto. Riccardo riapre gli occhi. Il defibrillatore impiantato pochi mesi prima ha interrotto una fibrillazione ventricolare: un’aritmia gravissima che aveva causato un arresto cardiaco. Quando la madre racconta la storia, il padre resta in silenzio, gli occhi colmi di lacrime. È il momento in cui la diagnosi diventa realtà.
Riccardo è uno dei 400 pazienti, sia giovani che adulti, valutati dal Centro Regionale di riferimento per lo sport nei giovani con cardiopatia, attivo all’interno dell’Unità Operativa Complessa di Medicina dello Sport dell’Ulss 2.  Un Centro, quello diretto dal dr Patrizio Sarto, che accoglie persone da tutta Italia collaborando e integrando l’attività oltre che con i reparti di cardiologia, radiologia, laboratorio analisi e pediatria Ulss 2 anche con vari centri cardiologici nazionali, offrendo una presa in carico specialistica per chi convive con una diagnosi di cardiopatia potenzialmente a rischio di arresto cardiaco. 
“La domanda che ricorre più spesso, da parte dei genitori – sottolinea Sarto - è sempre la stessa: “Cosa potrà fare nostro figlio dal punto di vista fisico?” A questa domanda sono pochi i centri in Italia che riescono a dare risposte considerando alcuni aspetti fondamentali: sicurezza, divertimento e aderenza al programma consigliato. Noi abbiamo sviluppato un programma dedicato, con l’obiettivo di offrire percorsi personalizzati, sicuri e basati sulle più recenti evidenze scientifiche. Nei primi tre anni di attività più di 400 pazienti sono stati valutati e 171 di loro hanno intrapreso un percorso strutturato, chiamato “Il secondo tempo di Julian Ross”, un chiaro riferimento alla seconda possibilità, a un nuovo inizio possibile anche dopo una diagnosi impegnativa. In più del 60 % delle persone seguite assiduamente il programma assegnato. In più del 30 % dei casi, i nostri pazienti presentano una forma di cardiomiopatia, spesso su base genetica, e nel restante 70% malattie elettriche o cardiopatie congenite. L’età dei pazienti varia dai 8 ai 65 anni. 
Ogni paziente segue un iter completo: valutazioni cliniche avanzate, supporto psicologico, test di esercizio, monitoraggio in palestra, per definire in modo preciso e sicuro quali attività fisiche possano essere praticate. Il primo contatto avviene tramite videoconsulenza, seguita da un incontro in presenza con il team multidisciplinare di Missione Sport. Un momento sempre carico di emozione, perché dietro ogni caso c’è una storia che merita ascolto, rispetto e possibilità. L’obiettivo è chiaro - conclude il dr Sarto -: offrire risposte a chi ne ha poche, a chi si confronta con una diagnosi che sconvolge la quotidianità. E proprio grazie a queste risposte, è possibile restituire a molti giovani e alle loro famiglie un orizzonte, un progetto, una nuova possibilità di vita attiva e sicura. Come per Riccardo”.
 

giovedì 08 Maggio 2025
Ultimo aggiornamento: 08/05/2025