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12 falsi miti sull'allattamento 

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L'allattamento è un viaggio unico, ma non sempre è facile orientarsi tra consigli, opinioni e falsi miti.
In occasione della Settimana Mondiale dell’Allattamento, l’Ulss 2 vuole aiutare tutte le neomamme a superare le incertezze.
Sfatiamo insieme pregiudizi e luoghi comuni per promuovere scelte consapevoli e un allattamento sereno e informato.

1. È normale provare dolore ai capezzoli durante la poppata.

L’allattamento non dovrebbe essere doloroso. Nei primi giorni puoi avvertire un po’ di sensibilità, ma se il dolore persiste significa che qualcosa può essere migliorato. Spesso la causa è un attacco non corretto, una posizione poco comoda, un seno molto teso o la presenza di ragadi o piccole infezioni. Con il giusto supporto e qualche aggiustamento, la poppata torna a essere confortevole per te e per il tuo bambino.

2. In allattamento serve una dieta rigida perché alcuni cibi causano coliche

Durante l’allattamento è sufficiente seguire un’alimentazione varia ed equilibrata. A meno che tu non abbia allergie o intolleranze diagnosticate, nessun alimento è realmente proibito. Le coliche hanno molte cause e non dipendono direttamente da ciò che mangi, anche se tracce molto ridotte degli alimenti possono leggermente modificare il sapore del latte. È invece importante evitare gli alcolici e non eccedere con la caffeina.

3. Alcune mamme hanno poco latte e non riescono a soddisfare il bambino.

La maggior parte delle mamme produce la quantità di latte necessaria al proprio bambino. Le vere situazioni di ipogalattia sono rare e di solito legate a condizioni specifiche di salute. A influenzare la produzione possono essere attacchi poco frequenti o non efficaci, un frenulo linguale corto, stress o forte stanchezza, l’uso precoce di biberon e tettarelle, dolore ai capezzoli o informazioni poco chiare e scarso sostegno dell’allattamento. Fidati del tuo corpo e chiedi sostegno quando ne senti il bisogno.

4. Se la mamma è ammalata deve smettere di allattare.

Nella maggior parte dei casi è bene continuare ad allattare: il latte materno protegge il bambino e gli trasmette anticorpi utili. È importante lavarsi spesso le mani, usare la mascherina se tossisci o starnutisci ed evitare di baciarlo quando sei molto raffreddata. Solo in situazioni particolari — come infezioni gravi o farmaci non compatibili — il medico può suggerire una breve sospensione.

5. In allattamento non si possono assumere farmaci.

Molti farmaci sono compatibili con l’allattamento e possono essere assunti senza rischi né per te né per il tuo bambino. Paracetamolo e ibuprofene, ad esempio, sono considerati sicuri. Prima di iniziare un nuovo farmaco chiedi sempre un parere al medico o al pediatra: in caso di dubbi puoi anche contattare il Centro Antiveleni di Bergamo o consultare il sito e-lactancia.org.

6. Servono orari fissi, altrimenti il bambino usa il seno come un ciuccio.

L’allattamento funziona meglio “a richiesta”: significa seguire i segnali del bambino, non l’orologio. Il seno non è solo nutrimento, ma anche idratazione, conforto, sicurezza e contatto. Offrirlo quando il piccolo lo chiede aiuta la produzione di latte, favorisce la crescita e rafforza il legame madre-bambino. È il ciuccio che imita il seno, non il contrario.

7. Ogni poppata dovrebbe durare 10 minuti per seno.

Non esistono tempistiche valide per tutti. Ogni bambino ha il suo ritmo, e il latte cambia composizione durante la stessa poppata. È importante lasciarlo attaccato finché non si stacca spontaneamente e appare soddisfatto. A volte un solo seno è sufficiente, perché il latte finale è più ricco di grassi e aiuta a saziarlo. Questa composizione “dinamica” si modifica anche nei mesi, adattandosi ai suoi bisogni: ecco perché non esiste una durata standard valida sempre e per tutti.

8. Se il bambino non si attacca nelle prime ore, poi non imparerà più.

Anche se l’attacco non avviene subito, la maggior parte dei bambini può imparare con il giusto sostegno. Può essere utile iniziare il prima possibile con il contatto pelle a pelle, la spremitura manuale o l’uso temporaneo del tiralatte. Un supporto personalizzato di ostetriche o figure specializzate in allattamento aiuta spesso a ristabilire un attacco efficace.

9. Quando la mamma torna al lavoro deve smettere di allattare.

Rientrare al lavoro non significa dover interrompere l’allattamento. Il latte può essere estratto, conservato e offerto al bambino anche quando non sei presente, e la produzione si adatta gradualmente ai nuovi ritmi. La legge prevede inoltre permessi e pause dedicate, a tutela delle mamme che allattano.

10. Dopo i sei mesi il latte diventa acqua e, se non si smette entro l’anno, il bambino si ‘vizia’.

Il latte materno non diventa acqua: continua a essere ricco di sostanze nutritive e rimane un’importante fonte di energia per tutto il primo anno di vita. Puoi continuare ad allattare finché tu e il tuo bambino lo desiderate. L’OMS raccomanda l’allattamento esclusivo fino ai sei mesi, l’introduzione dei cibi complementari a partire da quel momento e la prosecuzione dell’allattamento fino ai due anni e oltre.

11. Se rimango incinta devo interrompere l’allattamento.

Allattare in gravidanza, nella maggior parte dei casi, è sicuro sia per te sia per il bambino che allatti e per quello in arrivo. Solo raramente il medico può consigliare una sospensione, ma la decisione resta comunque personale. Il tuo corpo è in grado di adattarsi e di nutrire entrambi.

12. Allattando non posso fare attività fisica.

L’attività fisica è compatibile con l’allattamento ed è benefica per la tua salute. È sufficiente riprendere gradualmente, scegliere attività adatte al proprio stato fisicoo, idratarti bene e usare un reggiseno sportivo confortevole. Allattare o svuotare il seno prima dell’allenamento può rendere tutto più comodo. L’attività fisica
operata è una pratica sicura durante l’allattamento e non riduce la quantità di latte.

 

Ultimo aggiornamento: 10/11/2025