(n. 149/2025) Dal 4 novembre il dr. Paolo Radossi, per decenni punto di riferimento per i pazienti con difetti ereditari della coagulazione, conclude la propria lunga carriera presso l’ospedale San Giacomo di Castelfranco Veneto. Il suo pensionamento segna la chiusura di un capitolo importante nella storia della sanità trevigiana, ma anche l’inizio di una nuova fase per il Centro per i difetti ereditari della coagulazione, che prosegue la propria attività grazie alla collaborazione con l’Unità operativa Malattie Trombotiche ed Emorragiche dell’Azienda Ospedale–Università di Padova, diretta dal prof. Paolo Simioni.
I difetti ereditari della coagulazione, come l’emofilia, sono malattie in cui il sangue non coagula correttamente a causa della carenza o del malfunzionamento di specifici fattori. Le persone che ne sono affette possono presentare sanguinamenti anche in seguito a traumi minimi, spesso a carico di articolazioni e muscoli, con necessità di trattamenti sostitutivi regolari e di una presa in carico multidisciplinare che includa la prevenzione e la gestione delle complicanze.
Un patrimonio che nasce negli anni ’70
Il Centro per l’emofilia di Castelfranco Veneto fu fondato nel 1973 su iniziativa del prof. Agostino Traldi, pioniere della medicina trasfusionale, con il sostegno dell’on. Domenico Sartor. Traldi creò un reparto dedicato presso l’ospedale San Giacomo e introdusse approcci terapeutici innovativi, attirando pazienti da tutto il Paese. Fu tra i primi in Italia a scegliere di utilizzare esclusivamente sangue e plasma provenienti da donatori volontari, periodici e controllati, in collaborazione con la sezione castellana dell’AVIS, assicurando emoderivati sicuri e di qualità. Questa scelta rigorosa, in controtendenza rispetto alle pratiche diffuse all’epoca, protesse i pazienti di Castelfranco dall’epidemia di HIV che negli anni ’80 colpì duramente la comunità emofilica internazionale.
L’esperienza del prof. Traldi contribuì anche alla definizione della legge regionale sul Piano sangue e plasma del 1987, poi estesa a livello nazionale, e consolidò la reputazione del Centro come modello di eccellenza e sicurezza.
Ancora oggi, la cultura della donazione e la stretta collaborazione con AVIS e con l’associazione dei pazienti LAGEV rappresentano un tratto distintivo del Centro, che ha saputo evolversi mantenendo vivi i principi di solidarietà e innovazione che ne hanno ispirato la nascita.
La collaborazione con Padova: un ponte tra storia e futuro
Dal 2024, il Centro si avvale di una convenzione con l’Azienda Ospedale–Università di Padova, e in particolare con l’Unità operativa diretta dal prof. Paolo Simioni, riconosciuta a livello nazionale per l’eccellenza nella gestione delle coagulopatie ereditarie.
Questa collaborazione consente di garantire la continuità operativa e la qualità clinico-scientifica dell’attività svolta a Castelfranco, assicurando un costante raccordo con il Centro universitario di riferimento e con i più aggiornati protocolli diagnostico-terapeutici.
Oltre alla supervisione specialistica, la convenzione prevede attività formative e di affiancamento rivolte al personale medico e infermieristico dell’Ulss 2, con l’obiettivo di favorire la crescita professionale e la trasmissione di competenze avanzate nel campo delle malattie emorragiche rare.
La collaborazione con Padova rappresenta dunque un ponte ideale tra la tradizione e il futuro, che permette di preservare e valorizzare il patrimonio clinico e umano costruito in oltre cinquant’anni di attività a Castelfranco.
Configurazione attuale e prospettive future
Il Centro per i difetti ereditari della coagulazione è attualmente gestito dalla Medicina Generale dell’ospedale di Castelfranco Veneto, in stretta sinergia con la Medicina Trasfusionale dell’ospedale di Treviso, il Pronto Soccorso di Castelfranco Veneto e l’Ortopedia dell’ospedale di Montebelluna, con il coordinamento della Direzione Medica Ospedaliera.
Il Centro rappresenta uno dei punti di riferimento regionali per la diagnosi, la cura e il follow-up dei difetti ereditari della coagulazione: vengono seguiti circa 250 pazienti, il 74% dei quali residenti nel territorio dell’Ulss 2.
Il lavoro congiunto delle unità operative coinvolte ha portato alla definizione di uno specifico protocollo per la gestione delle urgenze in Pronto Soccorso e all’avvio di un percorso condiviso con l’Ortopedia di Montebelluna per la presa in carico dei pazienti emofilici affetti da artropatia.
Tale sinergia consente di assicurare ai pazienti i più elevati standard di cura e di consolidare un percorso clinico multidisciplinare integrato, volto a migliorare la qualità di vita delle persone affette da queste patologie rare.
“L’Ulss 2 esprime un sentito ringraziamento al prof. Paolo Simioni, che ci consente di tenere in vita questo importante capitolo di storia castellana, alla professionalità dei nostri medici e alla storica sinergia con le associazioni di donatori e pazienti, che ci permettono di garantire una presa in carico di eccellenza, nel segno della continuità e dell’innovazione. Un grande grazie va anche al dr. Paolo Radossi per la dedizione, la competenza e l’umanità con cui accompagna da molti anni la vita del Centro, contribuendo a consolidarne il valore scientifico e relazionale e a trasmetterne i principi fondanti alle nuove generazioni di professionisti.”