(n. 119/2025) Ricordato oggi a Treviso, con il posizionamento di una targa a lui dedicata all’ingresso della Cittadella della Salute, il dottor Domenico Stellini, uomo e professionista che ha fatto la storia della sanità trevigiana, di cui è stato un indiscusso protagonista per oltre mezzo secolo. A commemorarlo con immutati affetto e stima, nel giorno in cui avrebbe compiuto 90 anni, assieme al direttore generale Ulss 2, Francesco Benazzi, la moglie del dottor Stellini, Silvana Agostini, a lungo primario di Pediatria del Ca’ Foncello, i figli, Edoardo, direttore del Dipartimento di Clinica odontoiatrica all’Università di Padova, e Pietro, dirigente in Regione. Alla cerimonia, partecipata, erano presenti amici, ex colleghi, mondo imprenditoriale e numerose autorità.
“Un ringraziamento va a tutti coloro che sono qui oggi, cari amici cui il dottor Stellini voleva bene e che gli volevano bene - il ricordo del direttore generale, Francesco Benazzi -. È stato un padre della nostra sanità. È grazie a lui che il Ca’ Foncello ha fatto il primo grande salto divenendo ospedale regionale. È stato un direttore che ha dato all’ospedale un taglio di assoluta modernità, sia a livello medico che organizzativo. Intelligente, risoluto, colto, dotato di una rara capacità organizzativa, ha saputo costruire intorno a sé una vera "scuola trevigiana", valorizzando talenti e coltivando eccellenze. A lui si devono scelte coraggiose, come il salvataggio e la trasformazione dell’ospedale di Motta in centro riabilitativo, e collaborazioni lungimiranti, come quella con l’Università di Padova che tanti benefici ha portato alla nostra Ulss. Lo ricordiamo, tutti, con stima e affetto sincero”.
“Vogliamo ringraziare il direttore generale per questo bellissimo gesto - il commento di Edoardo Stellini -. Papà ci diceva “mi piacerebbe che un giorno qualcosa all’ospedale di Treviso ricordasse che gli ho dedicato una vita, rinunciando anche ad altri incarichi importanti” e adesso il suo desiderio si realizza. Lui ha sempre creduto nella sanità pubblica: a volte non ci si rende conto dei sacrifici dei direttori così come di tutto il personale di una sanità il cui valore è assolutamente insostituibile. Non dobbiamo dimenticare mai che la sanità pubblica è una macchina insostituibile che permette a tutti di accedere alle cure”.
Domenico Stellini, di origini campane (la famiglia d’origine era però friulana) è mancato nel 2020. Uomo di grande cultura, visionario, lungimirante, innovativo ma, anche, estremamente capace dal punto di vista organizzativo e decisionista al punto giusto, è stato, in coppia con l’avv. Vittorino Pavan, un punto di riferimento della sanità trevigiana e veneta per lunghi decenni, sempre ascoltato e apprezzato anche dalla politica.
Il dr Stellini si era laureato in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Padova nel 1961, specializzandosi nel 1966 in Otorinolaringoiatria sempre nel medesimo Ateneo, in Chirurgia Plastica all’Università degli Studi di Torino nel 1968 e in Igiene nel 1969 all’Università degli Studi di Pavia. Dopo la laurea in Medicina e Chirurgia a Padova fu per alcuni anni professore associato di Medicina Legale all’Università di Trieste. Approdò al Ca’ Foncello nel ’63, prima come assistente del prof. Chinaglia in Chirurgia e poi del prof. De Vido in Orl. In quegli anni s’impegnò nei problemi sindacali della categoria medica, divenendo vice segretario nazionale dell’Anaao. Nell’ambito della sanità trevigiana ha ricoperto, nel corso degli anni, vari ruoli: direttore dell’ospedale, direttore sanitario e, nel 1995, direttore generale dell’Ulss 9. Nel 2002 ha lasciato l’Ulss di Treviso per assumere la direzione dei servizi sanitari della Regione del Veneto. È stato, inoltre, collaboratore del Ministero della Sanità e, dal 2006 al 2009, presidente dell’Ordine dei Medici e Odontoiatri della provincia di Treviso. A lui si deve, anche, la trasformazione dell’ospedale di Motta di Livenza, destinato alla chiusura, in un grande centro riabilitativo.