Una mostra dedicata al Sistema Sanitario della Serenissima Repubblica contro le epidemie, dall'invenzione della quarantena ai giorni nostri, tra salute, informazione e diplomazia. Questo il fil rouge che lega “Lazzaretti veneziani. L’invenzione della quarantena dalla Laguna ai giorni nostri. Salute, informazione, diplomazia e prevenzione”, esposizione che da oggi fino a tutto il mese di agosto è visitabile nel corridoio centrale al 1° piano dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, trasformato ormai da tempo, grazie al susseguirsi di eventi, in spazio dedicato a esposizioni d'arte, mostre fotografiche e percorsi storici.
Ideata dal Museo di Storia della Medicina - Scuola Grande di San Marco dell’Ulss 3 Serenissima, con i contributi di esperti di varie Università e Istituzioni, la mostra riassume parte dei materiali elaborati nel corso degli ultimi anni nell’ambito delle attività di recupero e di valorizzazione di un’isola della Laguna di Venezia: il Lazzaretto Nuovo.Dopo le tappe nei mesi scorsi a Venezia, Bergamo e Mestre, grazie alla collaborazione con l’URP dell’Ulss 2, l’esposizione itinerante fa ora tappa al Ca’ Foncello.
“Lazzaretti veneziani” accompagna il visitatore lungo un percorso storico che parte dagli esordi della scienza medica nel Medioevo e giunge all'attualità degli accordi sanitari internazionali legati alla recente emergenza pandemica. Viene presentata la vicenda storica della lotta di Venezia contro la peste, dal primo lazzaretto (Santa Maria di Nazareth, il Lazzaretto Vecchio, 1423) al sistema generale di prevenzione sanitaria d’avanguardia istituito per mare, in Dalmazia e in Grecia, e per terra, nella Pianura Padana fino a Bergamo: un sistema di controllo, integrato con quello commerciale, che prevedeva contumacie (“quarantene”), fedi di sanità (green pass) e costituiva un vero e proprio sistema di intelligence, poi esteso a livello mondiale. Il lazzaretto era anche un sistema di comunicazione formidabile, anche Treviso è stato un riferimento importante di questa rete. Nella zona del quartiere San Lazzaro infatti fu istituito l'ospedale per la cura dei lebbrosi nel 1213, e intorno al lazzaretto si sviluppò un primo nucleo abitativo oggi conosciuto come la Ghirada. Oggi i lazzaretti sono strutture superstiti, spesso utilizzate per altri scopi o abbandonate, ma alcuni sono stati recentemente recuperati o sono in via di recupero: rimangono come luoghi della memoria, monumenti e testimoni di importanza storica, Patrimonio dell’Umanità.
Per consentire approfondimenti e riferimenti bibliografici l’esposizione è accompagnata da un libro, "I Lazzaretti Veneziani", edito da Marcianum Press (Venezia, 2024). Argomenti e testi, dove non altrimenti specificato, sono a cura di Gerolamo Fazzini, Presidente Archeoclub d’Italia Sede di Venezia. La mostra è stata realizzata con la collaborazione grafica di Michela Scibilia e la collaborazione all’allestimento di Franco Meani, Presidente “Amici delle Mura” di Bergamo. Per informazioni: www.lazzarettiveneziani.it – info@lazzarettiveneziani.it.