(n. 266/2022) Approvato il Piano pandemico aziendale Panflu, frutto di un complesso lavoro che ha coinvolto, a livello aziendale, ben tredici macroaree afferenti ai diversi ambiti, dai servizi ospedalieri a quelli territoriali, dalla sorveglianza epidemiologica alla comunicazione, dalla prevenzione al personale, solo per citarne alcuni. Il documento rappresenta una sintesi di quanto emerso, a livello aziendale, nella complessa gestione della pandemia e declina, per ogni macroarea le azioni previste nelle varie fasi dell’emergenza pandemica, di transizione, interpandemica e di allerta. In particolare il documento affronta i temi della preparazione e della risposta nelle diverse aree di lavoro, evidenziando alcune buone pratiche messe a punto e rivelatesi importanti nell’affrontare le fasi più critiche dell’emergenza Covid.
“Nella redazione di un piano pandemico aziendale, l’Ulss 2 ha visto una grossa opportunità - dice il direttore generale, Francesco Benazzi -. Sono passati tre anni dall’inizio del Covid, con moltissimi mesi in trincea. Noi abbiamo usato l’opportunità di questo documento per “distillare” la conoscenza che abbiamo tragicamente e faticosamente accumulato. Abbiamo imparato tanto, e il Piano pandemico aziendale è un primo strumento per documentare quanto fatto e immagazzinare la conoscenza per poterla ritrovare qualora, speriamo molto molto in là, ci dovesse tornare utile nel futuro. Una delle cose che emerge dalla lettura del Piano è la capacità camaleontica di trasformazione dell’Azienda. Il personale tutto si è messo a disposizione con uno spirito di abnegazione assolutamente encomiabile: tengo a sottolineare come, tuttora, la battaglia contro il Covid e l’impegno del personale tutto sia presente, con numeri, fortunatamente meno importanti e con situazioni meno allarmanti”.
“C’erano diversi modi per redigere questo importante documento – sottolinea il direttore sanitario, Stefano Formentini -. Potevamo redigere un documento puramente burocratico o, invece, interrogarci con molta trasparenza su quanto è successo. Abbiamo costituito diversi gruppi di lavoro aziendale e abbiamo deciso di presentare una fotografia “reale” di quanto successo, senza omissioni, ma con un approccio molto trasparente. Abbiamo lasciato libero il personale di esprimere sia i punti di forza della risposta al Covid-19, ma anche di evidenziarne le eventuali criticità, sulle quali focalizzare la nostra attenzione per essere meglio preparati per il futuro”.
Il coordinamento della stesura del piano è stato affidato al dr Francesco Zambon, già funzionario dell’Organizzazione Mondiale della Sanità quando la pandemia scoppiò. “Nel corso di questi tre anni di pandemia il mondo e la vita delle persone sono cambiati - il suo commento - . Ma, come tecnici, dobbiamo rimanere lucidi nell’approcciarci in maniera analitica nei confronti di quello è successo e adottare un processo onesto. Come scrivo in un capitolo introduttivo del piano, la pandemia ha costituito una catastrofe, nel senso etimologico del termine, un “rivolgimento”. Si è trattato di un rivolgimento totale del sistema, anzi, di tutti i sistemi, non solo quello sanitario. Pur nella drammaticità degli eventi, ci può essere del positivo in questo “rivolgimento”. I giapponesi hanno introdotto il termine di “kai-zen”, un lemma composto da due parole distinte “cambiamento” e “verso il meglio”. Siamo in una fase di “kai-zen pandemico”, possiamo utilizzare questo periodo per aggiustare il sistema verso un ulteriore miglioramento.”