(n. 130/2024) È statisticamente la parte del corpo umano più frequentemente coinvolta in eventi traumatici di vario genere durante le attività lavorative: stiamo parlando della mano e le conseguenze di questi incidenti possono essere anche molto gravi, come lo schiacciamento, lo strappamento, le ustioni, il dolore neuropatico cronico, fino alle amputazioni.
I danni alla mano possono incidere pesantemente sulla qualità della vita del soggetto del trauma e sulle sue possibilità di reinserimento lavorativo. Il dolore neuropatico che può accompagnare le lesioni, dovuto al danno permanente delle strutture nervose periferiche si traduce spesso in una “non utilità della mano”.
Recentemente sono stati eseguiti, all’ospedale di Treviso, due interventi di chirurgia del dolore applicando tecnologia innovativa, frutto della collaborazione delle équipe delle Unità operative di Medicina e Terapia del Dolore, diretta dal dr Giannantonio Zanata Santi, e di Radiologia, guidata dal dr Giovanni Morana.
Due le pazienti coinvolte, entrambe cinquantenni. La prima di queste, vittima di un grave traumatismo sul lavoro alla mano destra, dopo vari interventi chirurgici, purtroppo non risolutivi per una ripresa delle funzionalità della mano, ha sviluppato un grave dolore neuropatico cronico tale da rendere l’intero arto superiore inutilizzabile. La seconda, invece, presentava esiti da schiacciamento alla mano destra.
Dopo un accurato inquadramento clinico e strumentale, le pazienti sono state sottoposte a intervento di neuromodulazione elettrica dei nervi periferici, eseguito dal dr Zanata Santi, in collaborazione con i colleghi radiologi Carlo Alberto Berto e Carlo Bortolanza. Sono stati posizionati degli elettrocateteri stimolatori sui nervi della mano, attraverso una via chirurgica mininvasiva, e collegati a piccoli neuropacer “intelligenti” alloggiati, in entrambi i casi , nel sottocute dell’avambraccio.
L’attivazione della stimolazione elettrica nervosa periferica, ottenuta attraverso l’impianto di questi dispositivi sottocutanei, ha reso l’arto superiore più funzionale grazie al sollievo dal dolore provocato alle pazienti, contribuendo così al miglioramento della loro qualità di vita, tanto da consentire il reinserimento lavorativo per una delle due signore.
La stimolazione elettrica continua del nervo periferico, che è stata ottenuta con un approccio mininvasivo assistito radiologicamente, ha permesso, inoltre, un’accurata localizzazione dei nervi lesi contribuendo all’ottenimento di una copertura analgesica di maggior precisione anatomica, rispetto a quella realizzabile con una stimolazione midollare.
Episodi, questi, che evidenziano come l’équipe di Medicina e Terapia del Dolore e quella di Radiologia continuino a costruire nel tempo una solida collaborazione nell’ambito della chirurgia del dolore, sinergia basata sullo sviluppo costante delle competenze reciproche e sull’utilizzo delle nuove tecnologie messe a disposizione dall’Azienda Ulss 2, per il continuo miglioramento delle cure offerte ai pazienti.