Il vaccino contro la difterite in tutte le sue formulazioni è offerto gratuitamente a tutti.
La strategia più efficace contro la difterite resta la vaccinazione preventiva.
Il vaccino è costituito dalla tossina difterica modificata in modo tale da non essere pericolosa, ma in grado di stimolare ugualmente l’organismo a produrre anticorpi protettivi da parte del sistema immunitario (efficacia 97%).
Possono essere vaccinate con sicurezza anche le donne in gravidanza e le persone con immunodepressione (in queste ultime la risposta anticorpale può non essere ottimale).
La schedula di vaccinazione raccomandata per i bambini è di 5 dosi:
un ciclo base di 3 dosi nel primo anno di vita (al 3°, 5° e 13° mese) seguito da due dosi di richiamo all’età di 6 e 14 anni
Dopo la 5° dose, vengono proposti richiami ogni 10 anni.
Un adulto che non è mai stato vaccinato necessita invece di un ciclo base di 3 dosi (2a dose 1 mese dopo la prima, 3a dose 5 mesi dopo la seconda) dopo il quale vengono proposti richiami ogni 10 anni.
Il vaccino esiste in diverse formulazioni, le più utilizzate sono le seguenti:
Esistono ulteriori formulazioni associate utilizzate per casi specifici.
Non deve ricevere la vaccinazione contro il tetano chiunque abbia una storia di ipersensibilità importante a qualsiasi componente del vaccino o chi abbia avuto una reazione allergica grave ad una dose precedente di vaccino.
Qualora siano presenti malattie moderate o gravi (compreso vomito e diarrea importanti) è opportuno attendere la guarigione prima di effettuare la vaccinazione.
Il vaccino è generalmente ben tollerato.
Le reazioni locali si verificano nel 20% dei casi e comprendono dolore, rossore e gonfiore nel punto dove è stata eseguita l'iniezione. Ci possono essere anche reazioni sistemiche come la febbre, per lo più di modesta entità. Questi effetti compaiono in genere entro 48 ore dalla vaccinazione e durano fino a un paio di giorni.
Altri effetti collaterali, come le neuriti (infiammazioni delle terminazioni nervose), possono manifestarsi raramente in soggetti adulti, in particolare se sottoposti ad un numero elevato di dosi di richiamo.
La difterite è una malattia infettiva provocata dai ceppi del batterio Corynebacterium diphtheriae che producono una tossina in grado di bloccare la sintesi delle proteine nelle cellule, così da ucciderle e provocare la distruzione dei tessuti.
La malattia colpisce principalmente le prime vie respiratorie, ma la tossina può raggiungere e danneggiare altri organi in particolare cuore, rene e sistema nervoso.
Il contagio può avvenire per contatto stretto con un malato o un portatore asintomatico attraverso le goccioline di saliva sparse con la tosse, gli starnuti o mentre si parla oppure o, più raramente, per contatto indiretto mediante oggetti contaminati da queste goccioline.
Il periodo di incubazione varia da 1 a 7 giorni.
Le manifestazioni cliniche variano in base al sito di infezione e allo stato di immunità del soggetto:
Si può verificare la colonizzazione asintomatica quando il paziente è immune, la malattia respiratoria lieve (se c’è un'immunità parziale) e la malattia fulminante nei pazienti non immuni.
La malattia può essere distinta in relazione alla localizzazione:
Le complicanze dell’infezione sono dovute all’azione diretta della tossina trasportata a distanza attraverso il circolo ematico e interessano vari organi, in particolare il cuore (miocardite, aritmie, insufficienza cardiaca), il rene (insufficienza renale) e il sistema nervoso periferico (neuropatie fino alla paralisi).
La morte si verifica solo nei non vaccinati, nel 3% - 23% dei casi a seconda della forma clinica.
Nel mondo sono segnalati circa 7-8.000 casi l’anno.
L’incidenza della difterite è in calo costante grazie all’ampia diffusione della vaccinazione e la malattia è debellata nella maggior parte dei Paesi. Nonostante questo quando si manifesta un calo delle coperture vaccinali la malattia può ricomparire, come è successo nell’ex Unione Sovietica negli anni ’90 (157.000 casi e 5000 morti) e sta accadendo ora ad Haiti (653 casi e 100 morti dal 2014) ed in Venezuela (1217 casi 168 morti dal 2016)
La difterite è tuttora endemica in molti Paesi quali ad esempio India, Indonesia, Pakistan
In Italia non sono stati più registrati casi di difterite da C. diphtheriae tossigenico dal 1996.
Gli ultimi morti in Europa sono avvenuti nel 2015 in Spagna (bambino di 6 anni non vaccinato) e nel 2016 in Belgio (bambino di 3 anni non vaccinato).
Anche a causa di questa tempistica, l'efficacia del vaccino, cioè la quota di persone che sono protette dall'influenza a seguito della vaccinazione, non è mai attorno al 100% come succede per la maggior parte dei vaccini per l’infanzia, ma tra il 60 e il 70% perché sono quasi sempre presenti virus influenzali diversi rispetto a quelli contenuti nel vaccino.
È quindi molto importante aumentare il numero di persone vaccinate così da far diminuire la circolazione del virus anche con un’efficacia più bassa.
In generale possono essere divisi in “split” e “adiuvati”
Il vaccino split, contiene solo quelle particelle del virus, chiamate antigeni, che stimolano la risposta immunitaria e le cellule della memoria. Derivando da virioni frammentati, quindi con un minor contenuto di componenti virali, è meno reattogeno, quindi da meno reazioni ma anche l'immunogenicità e l'efficacia sono ridotte.
Il vaccino adiuvato, è costituito dalla combinazione del vaccino influenzale con particelle di virus con l’MF59, un’emulsione di olio in acqua, sostanza naturalmente presente nel nostro organismo con ruolo di stimolazione del sistema immunitario. Questo vaccino presenta una maggiore efficacia, soprattutto nelle persone con bassa risposta ai vaccini influenzali tradizionali (anziani, trapiantati, affetti da Hiv). La tollerabilità del vaccino influenzale adiuvato è buona, anche se è segnalata una discreta incidenza di reazioni locali.
Il vaccino dovrebbe essere somministrato tra metà ottobre e fine dicembre. Siamo protetti dall’influenza dopo due settimane dalla somministrazione del vaccino.
In presenza di febbre o di malattie acute importanti è opportuno valutare la possibilità di posticipare la vaccinazione.
Non vi è controindicazione a vaccinare le persone asintomatiche a epidemia già iniziata.
Gli effetti collaterali comuni dopo somministrazione di vaccino antinfluenzale consistono in reazioni locali: dolore, arrossamento, gonfiore nel sito di iniezione.
Le reazioni sistemiche comuni includono malessere generale, febbre, dolori muscolari, con esordio da 6 a 12 ore dalla somministrazione della vaccinazione e della durata di 1 o 2 giorni.
Sono stati riferiti eventi rari come nevralgie, parestesie, disordini neurologici, diminuzione del numero di piastrine e reazioni allergiche gravi. La correlazione causale tra la somministrazione di vaccino antinfluenzale e tali eventi avversi non e` stata dimostrata.
I vaccini antinfluenzali contengono solo virus inattivati o parti di questi, pertanto non possono essere responsabili di infezioni da virus influenzali.
I bambini e ragazzi fino ai 14 anni vengono chiamati, con lettera di invito, direttamente dai centri di vaccinazione.
Per informazioni contata il
SISP - Servizio Igiene e Sanità Pubblica
Trovi l'elenco dei vaccini attualmente in uso presso la nostra ULSS nella pagina delle Vaccinazioni.
Per consultare la scheda tecnica aggiornata, collegarsi al seguente link del sito dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e inserire nel campo di ricerca il nome del vaccino